mercoledì 20 aprile 2016

Una passeggiata a ... Centrale idroelettrica del Cassibile

La vecchia centrale dell’ENEL sul fiume Cassibile è posta nella parte terminale della riserva naturale di Cava Grande, si può raggiungere attraverso il cosiddetto sentiero “mezza costa” che attraversa la cava dalla cosiddetta “prisa”, posta a monte, ma chiuso ai visitatori dal 2013 per un incendio, oppure dalla ex SP 83 Avola-Petrara-Tangi.

Ex SP 83 "Avola-Petrara-Tangi"
Percorrete l’autostrada Siracusa-Gela, uscite ad Avola ed imboccate subito dopo lo svincolo, la prima traversa a destra che incontrerete da qui troverete già le prime indicazioni per la centrale.







Se non volete, o potete camminare a lungo su una strada asfaltata potete procedere con la vostra auto ancora per circa 4 km fino a che la strada non diventa sterrata. Posteggiata la vostra auto, sempre in modo da non intralciare la circolazione di altri mezzi, incamminatevi lungo la stradina davanti a voi. Dopo poche centinaia di metri sulla vostra destra, al di la di un rigoglioso “giardino” d’aranci potete ammirare due dei numerosi mulini animati dal corso del fiume.

Mulino "Nuovo" o "Toscano"
Si tratta, al di la del fiume, del mulino vecchio o Loffredo, dal nome della famiglia proprietaria i marchesi di Cassibile, mentre sul versante destro potrete vedere il cosiddetto mulino nuovo o Toscano dal nome di un vecchio conduttore. 

Interno del mulino "Toscano"
Soprattutto il mulino Toscano risulta ancora in buono stato di conservazione sono ancora visibili le macine cosi come il salto e il deflusso, punti di accesso e uscita dell’acqua che ne animava le macine.




Per visitare il mulino vecchio dovrete guadare il fiume, ma ne vale certamente la pena anche perchè proprio alle spalle dell’antico opificio vi è un sentiero chiamato "Scala Disa" che conduce al "Cugno Mola", in cui è ubicata la Necropoli del Cassibile, località certamente da visitare.

Mulino "Vecchio" o "Loffredo"


I "Casi rosa"
Dopo aver visto i due mulini, ritornate sulla strada dove avete lasciato la vostra auto e proseguite fino a raggiungere un bivio che alla vostra sinistra vi porterà verso le cosiddette “Casi rosa”, le abitazioni utilizzate dagli operai della centrale fino agli anni ’50 dello scorso secolo. 



Gli edifici che versano in grave dissesto, consentono però di cogliere ancora gli standard abitativi del tempo. Proseguendo sulla stessa stradina appena imboccata dopo poche decine di metri ecco apparire la maestosa palazzina uffici della centrale anche di colore rosa, colore molto diffuso all’epoca per l’utilizzo quale rivestimento esterno del cosiddetto “cocci pesto” ricavato dalla polverizzazione delle tegole d’argilla.

La palazzina uffici


Anche la palazzina uffici versa in stato di evidente abbandono, a giudicare dal tappeto di pallini di plastica presenti, è però scelta come scenario di guerra dagli amanti del soft air.

L'ingresso del rifugio antiaereo






A proposito di guerra, dopo una veloce ricognizione della palazzina uffici, non mancate di visitare il piccolo rifugio antiaereo posto proprio a ridosso della cava grande e risalente all’ultimo conflitto mondiale. 













Interno del rifugio





Provvisto solo di una piccola stanza il rifugio sbuca però su di un picco dove è possibile ammirare uno splendido scorcio della Cava Grande.

Vista della cava e della centrale dall'uscita del rifugio
Lasciate le case e gli uffici e attraverso una scaletta raggiungete la stradina percorsa precedentemente dopo poche centinaia di metri raggiungerete lo spiazzale di accesso alla centrale, delimitato da un cancello d’ingresso.





Dall’esterno, l’ingresso è infatti vietato ai non addetti ai lavori, si possono ancora vedere le grosse turbine animate dal poderoso salto dell’acqua incanalato dalla sommità attraverso una grossa conduttura. 
La centrale costruita tra il 1908 ed il 1910, che forniva al tempo l’intero fabbisogno delle province di Siracusa e Ragusa, fu oggetto di una lunghissima lite giudiziaria con i marchesi di Cassibile che rivendicavano antiche concessioni feudali nell’uso delle acque. Fortemente danneggiata dall’alluvione del 1951 la centrale fu presto riattivata ma il sempre crescente fabbisogno energetico ne marginalizzò l’importanza. Seppur ancora in uso la centrale soddisfa oramai, e solo parzialmente, le richieste energetiche della città di Avola e del suo contado.
Da segnalare come lungo le pareti rocciose poste accanto alla centrale vi sono alcune gallerie, la gran parte delle quali puntellate in modo oramai quasi inutile, che sbucavano in direzione di contrada Tangi, attraversando il costone montuoso di Serra Palazzo che sovrasta la centrale.








Vissuta la vostra esperienza di archeologia industriale non vi resta che concedervi il meritato riposo magari, dopo aver fatto un bagno nelle fresche acque del fiume.



Un veloce spuntino e poi di nuovo sulla strada del ritorno, meditando sulla prossima escursione che avete in animo di fare.





Coordinate centrale: 36°57'34.1"N 15°09'08.0"E



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