Il semaforo di Belvedere non è uno di quei dispositivi che
tutti conosciamo, impiegati nelle nostre città per regolare il traffico, ma un
edificio adibito in passato a vero e proprio centro di comunicazione,
progettato per consentire il collegamento telegrafico delle navi con la terra
ferma.
Oggigiorno non è facile rendersi
conto dell’importanza di tali stazioni di telecomunicazione e delle loro
funzioni in ambito militare, commerciale o sanitario, tuttavia occorre
considerare che per lungo tempo hanno svolto un ruolo fondamentale per la
navigazione, l'avvistamento marittimo e la meteorologia, in un epoca in cui la
telegrafia senza fili era ancora agli albori.
Nei primi decenni del ‘900, i
semafori, oggi tutti dismessi e pressoché dimenticati, erano oltre 80,
strategicamente collocati lungo le coste della nostra penisola, nel 1962 ne
restavano in servizio soltanto 14.
Per comprendere la funzione e
l’importanza dei semafori per la navigazione marittima è però opportuno
risalire alle prime forme di comunicazione a distanza, che furono avviate
durante il periodo napoleonico.
Nel 1793 il francese Claude
Chappe e il fratello presentarono al pubblico il modello di un telegrafo ad
asta, una sorte di braccio rotante con alle estremità due bracci minori, che
installato perlopiù su di una torre, consentiva, mediante le diverse
combinazioni di posizione dei bracci, di trasmettere lettere e numeri.
http://www.ilpostalista.it/sommario_116.htm |
Il sistema ebbe successo e nei
decenni seguenti si sviluppò una rete di centinaia di stazioni, che collegavano
Parigi con le zone periferiche della Francia, per poi spostarsi fuori confine,
seguendo l'espansione dell'impero napoleonico. Napoleone, entusiasta del nuovo
sistema, soprattutto perché consapevole dell'importanza delle comunicazioni in
campo militare, commissionò anche numerose stazioni telegrafiche mobili da
installare sui campi di battaglia. La rivoluzionaria forma di comunicazione è
tra l’altro citata nel romanzo Il conte di Montecristo di A.Dumas, il conte si
vendicherà infatti di uno dei suoi nemici, il banchiere Danglars,
trasmettendogli notizie false, che lo porteranno al fallimento.
Queste postazioni in Italia
presero il nome di “semafori” proprio perché usavano il cosiddetto alfabeto
semaforico o “telegrafi ottici” perché i collegamenti erano effettuati tramite
segnalazioni ottiche codificate, tra un punto e quello successivo. Gli impianti
dovevano essere posti però a una distanza tale da consentire agli addetti di
scorgere i segnali provenienti dalle postazioni collegate, in modo da essere in
grado di ritrasmetterli, tale distanza variava generalmente dai 10 ai 20 km.
Ulteriore limite al telegrafo ottico era rappresentato dall’impossibilità a
comunicare efficacemente durante le ore notturne.
Il successivo passo tecnologico
riguardo le telecomunicazioni avvenne nel 1837, quando Samuel Morse utilizzò per
la prima volta il suo codice mediante telegrafo, effettuando una trasmissione tra Washington e Baltimora.
Carlo Matteucci |
Nel 1847 si assiste
all’introduzione anche in Italia, del primo telegrafo elettromagnetico a
quadrante, tra Pisa e Livorno, da parte di Carlo Matteucci.
Qualche anno dopo, già nel 1852,
anche il Regno delle Due Sicilie istituisce la sua prima rete telegrafica
completa, una delle più efficienti e capillari d'Europa. Gli anni focali di questo inarrestabile progresso delle telecomunicazioni, assistettero alla nascita dello stato unitario, nel 1869 fu istituito il servizio semaforico italiano come servizio pubblico, e quindi a disposizione anche dei privati. La rete semaforica era collegata con quella telegrafica nazionale, a sua volta collegata con le reti di molti Paesi, che avevano attivato anch’essi una rete di semafori lungo le coste. Nel 1870, la prima rete semaforica costiera integrata con filo elettrico, del Regno d'italia, passò per competenza alla Regia Marina,
Ulteriore balzo tecnologico
rappresentarono i primi lavori di telegrafia senza fili che furono eseguiti nel
1891 da Nikola Tesla, tuttavia fù l’italiano Guglielmo Marconi che nel giugno
del 1896 (con un anno di anticipo su
Tesla) depositò per primo il brevetto di un sistema telegrafico senza
fili, mediante il quale nel dicembre del 1901 inviò segnali attraverso
l'Atlantico.
Nasce così la radio e, già nel
1907, vengono stabilite le prime comunicazioni transoceaniche affidabili. Le
prime radio anche se non ancora in grado di trasmettere la voce, erano però
idonee ad inviare segnali acceso/spento, potevano quindi usare il codice Morse.
Foto Marco Monterosso |
Nel 1889, come si evince da una
lapide marmorea posta al secondo piano dell’edificio, veniva costruito il
Semaforo di Belvedere, il sito prescelto posto ad un altitudine di circa 200 mt
slm permetteva una chiara identificazione, con conseguente comunicazione, del
naviglio presente all’interno della porzione di costa a nord di Siracusa fino
ad Augusta, ma anche dello stesso porto grande di Siracusa.
I posti semaforici novecenteschi,
come quello di Belvedere, erano veri e propri uffici telegrafici dotati di
attrezzature e personale della Marina, che per le loro funzioni “civili”
applicavano le normative previste appositamente dal Ministero delle Poste e
Telegrafi.
Disimpegnavano il servizio dei
telegrammi semaforici, il cosiddetto “servizio di scoperta eventuale”, e quello dei
telegrammi meteorologici sia di Stato che per il pubblico.
Seppur gestiti da personale
militare, in genere, gli uffici semaforici erano aperti al pubblico, anche se
negli ultimi decenni del loro funzionamento, i semafori svolgevano soltanto
servizi che venivano loro richiesti via telegrafo, anche in ragione del loro
particolare posizionamento in luoghi non facilmente accessibili.
Per espletare il servizio,
l’amministrazione delle poste e telegrafi forniva ai semafori i necessari
stampati e bolli databili, mentre il Ministero della marina provvedeva ai
contrassegni ufficiali e alle altre dotazioni occorrenti.
Nel 1915, con l’entrata in guerra
dell’Italia, oltre ai compiti già menzionati si aggiunse, anche per il semaforo
di Belvedere, il compito di avvistare e segnalare le navi e degli aerei da
guerra nemici.
Nel 1923 fu istituita la Regia
Aeronautica come forza autonoma, ed in seno ad essa, nel 1925 il Servizio
Meteorologico Nazionale. Inizia cosi la duplice compilazione dei bollettini
meteorologici: da parte della Marina, per quanto riguardava le sue competenze
marittime e da parte dell’Aeronautica che aveva invece carattere nazionale, da
allora il nostro semaforo fu presidiato ed abitato sia da marinai che da
avieri.
Il semaforo di Belvedere in una foto databile primi decenni del '900 |
Un decennio dopo, nel 1936, sarà
l'Aeronautica a presiedere tutta l'attività meteorologica italiana, attraverso
il Servizio Meteorologico dell'Aeronautica, inizia in quegli anni, anche il
sondaggio verticale dei venti in quota mediante il lancio di palloni
aerostatici, servizio cessato nel 1943, ai marinai restò così competenza
esclusiva quale posto di telecomunicazione marittima.
A partire dal 1939 il semaforo
diventò Centro Raccolta Notizie della Difesa Contraerea Territoriale della
Milizia Fascista.
Con la firma dell’armistizio, di
fatto i semafori, come gran parte delle strutture militari, rimasero senza
ordini ed evacuati, la situazione di sbandamento generale durò sino ai primi
mesi del 1944, quando il servizio riprese in modo regolare mediante
osservazioni meteorologiche da parte di personale congiunto della Marina e
dell'Aeronautica, ciascuno per i propri compiti istituzionali.
http://www.ilpostalista.it/sommario_136.htm |
Nel 1952 il ministero delle Poste
emanò le cosiddette “Istruzioni sul servizio dei telegrammi e marconigrammi”
che ci consentono di avere una chiara visione dei principali compiti affidati
ai semafori in tempo di pace, che consistevano nel ricevere ed inviare
telegrammi alle imbarcazioni in navigazione, e nella richiesta, la cosiddetta
“scoperta”, di essere avvisati al passaggio di una determinata nave. La convivenza tra la marina e
l’aviazione perdurò fino al 1955, in tale data avvenne il definitivo
trasferimento del personale militare, in quanto il servizio di segnalazioni non
era più necessario visto l'avvento della radio di bordo, con la conseguente
soppressione della categoria dei “segnalatori” di marina.
Nel 1957 il semaforo, fu dato in
custodia ad una famiglia di Belvedere, gli Storniolo, che vi abitarono con i
loro 9 figli, fino al 1971. Da allora il semaforo di Belvedere, incustodito e
svuotato delle sue funzioni originarie, è andato lentamente incontro ad un
degrado progressivo e fatto oggetto di ripetute azioni vandaliche, nonostante
continuino a fare bella mostra di se i cartelli indicanti la sua vecchia
valenza militare.
Il 3 e 4 Settembre 2015 la nostra associazione, insieme ad altre del territorio, ha collaborato alla prima riapertura al pubblico del semaforo di Belvedere, grazie ad una concessione dell'Agenzia del Demanio che gestisce la struttura.
Fonti:
Il 3 e 4 Settembre 2015 la nostra associazione, insieme ad altre del territorio, ha collaborato alla prima riapertura al pubblico del semaforo di Belvedere, grazie ad una concessione dell'Agenzia del Demanio che gestisce la struttura.
Locandina della riapertura al pubblico
del Semaforo di Belvedere
il 3 e 4 Settembre 2015
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http://www.usticasape.it/da-ustica-claudio-la-valle/
http://www.ilpostalista.it/sommario_116.htm
http://www.edizionieuropee.it/data/html/37/zn67_04_001.html
http://www.marina.difesa.it/storiacultura/fari/storia/Pagine/default.aspx
http://www.marina.difesa.it/storiacultura/ufficiostorico/Pagine/default.aspx
http://i.ebayimg.com/t/ut236-siracusa-belvedere-col-semaforo-ed-il-telegrafo-/00/s/MTAwNFgxNjAw/z/rTUAAOxygj5SmL0m/$_57.JPG
http://libreriainternazionaleilmare.blogspot.it/2013/05/storia-del-mondo-dei-semafori-e-delle.html
http://www.capofigari.it/storico-luogo.php?id=4&lang=ita
http://clima.meteoam.it/Download/CapoPalinuro.pdf
http://it.wikipedia.org/wiki/Semaforo_marittimo
http://www.panoramio.com/photo/76772868
http://italy.seatizen.com/italy/SPLaMaddalena/aprodo.asp?dest=La%20Maddalena
http://www.ilpostalista.it/sommario_136.htm
http://salinaeolie.tumblr.com/post/111402312960/semaforo-sopra-pollara-a-malfa-osservatorio
http://www.ponzaracconta.it/2013/11/19/il-telegrafo-nel-regno-delle-due-sicilie/
http://reteduesicilie.blogspot.it/2013/11/il-telegrafo-nel-regno-delle-due-sicilie.html
http://www.lamicodelpopolo.it/cultura/item/849-il-telegrafo-visuale-borbonico.html#.Ve1WySXtmko
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