Uno dei diversi itinerari per
raggiungere Noto antica da Siracusa è attraverso la statale Maremonti. Giunti
al bivio Palazzolo-Noto proseguite per Noto sulla SS 287, raggiunto il piccolo
abitato di Villa Vela dopo circa 700 mt svoltate a destra, sulla SP 64. La
strada è facilmente individuabile sia dalla segnaletica, (Noto antica) sia da
due edicole votive poste al suo ingresso.
Dopo aver percorso
circa 1 km giungerete al Santuario di Santa Maria Scala del Paradiso edificato
dal venerabile Girolamo Terzo, agli albori del '700. Nel 1710 fra' Girolamo,
che viveva presso il vicino eremo di San Corrado fuori le mura, fu chiamato
alla responsabilità dell'eremo di S. Maria della Scala, posto in località Passo
del Bove. Qui vi era un’antica e prodigiosa immagine della Madonna esposta alle
intemperie, scoperta nel 1498 e dipinta su un roccia. Nel 1718 riuscì a
portarla all’interno della chiesa dell’eremo, da lui riedificata ed ampliata
dopo essere stata danneggiata da un terremoto. Durante il trasporto Frate
Girolamo cadde in estasi e vide che in futuro il santuario sarebbe stato dei
Carmelitani. Instancabile, raccogliendo offerte, vi costruì un convento che
divenne un importante centro mariano.
Nel 1741 ottenne, da Papa
Benedetto XIV, di cui condivise appieno l'azione riformatrice, l’aggregazione
dell’eremo della Scala alla chiesa e al convento e il suo affidamento
all'ordine Carmelitano. La concessione pontificia concludeva, ma non del tutto,
una lunga serie di vicende che il Venerabile aveva umilmente e coraggiosamente
sopportato, perché l’antico romitorio passasse al Carmelo.
Dopo aver visitato il Santuario
proseguite lungo la strada provinciale per altri 2,5 km fino ad arrivare
all'ingresso di Noto antica, lasciate qui la vostra auto ed incamminatevi a
piedi attraversando l'arco monumentale d'accesso, la cosiddetta "Porta
della Montagna".
Lungo il sentiero, già appena
entrati, alla vostra destra, incontrerete i ruderi dell'antico castello reale.
Annesse alle mura si trovano le tracce di un ampia Sala d'Armi e le scuderie, i
resti di torri di cui quella principale è del 1431 e della antica prigione dove
sono visibili moltissimi graffiti e bassorilievi lavorati dai galeotti. Molti
dei graffiti oltre a riportare il nome della persona rappresentano le
imbarcazioni dell'epoca e più volte riproducono un gioco con le pedine.
La struttura venne edificata nel
1091 dal Duca Giordano d'Altavilla su un precedente forte di epoca araba. Nel
1430 il duca Pietro d'Aragona fece eseguire lavori di ampliamento che nel 1600
circa vennero eseguiti nuovamente onde ospitare le bocche da fuoco. Nei pressi
dell'ingresso della porta della montagna sono ancora visibili le aperture per i
cannoni.
Dopo una breve passeggiata, di
poco meno di 1 chilometro, arriverete alla piazza maggiore dove vi è una
edicola votiva ottocentesca che ricorda il terremoto del 1693. Nei pressi della piazza potrete osservare le rovine del Palazzo Landolina di Belludia che nonostante i resti assai scarsi era una delle dimore nobiliari più sontuose della città.
Durante gli scavi che hanno solo
parzialmente interessato il palazzo, sono stati trovati abbondanti ed
interessanti resti architettonici. I ruderi delle scalinate, degli archi e dei
corridoi, in relazione alle altre rovine della città, ci fanno intuire quanto
dovesse essere sontuoso l'edificio. Quasi di fronte a Palazzo Belludia si
trovano invece i ruderi della chiesa e del collegio dei gesuiti. La posizione
di questi due edifici era molto centrale. Nel XVII secolo lo spiazzale
costituiva la piazza principale della città. Il complesso dei Gesuiti venne
realizzato a partire dal 1606 in stile barocco su progetto dell'architetto
gesuita Natale Masuccio da Malta.
Se visitate Noto antica d'estate
è d'obbligo un bel bagno nel torrente Asinaro che nasce proprio lungo la vicina
Cava Carosello. Poco prima dell'edicola votiva si innesta una stradina che vi
condurrà in un luogo incantevole per la sua rigogliosa vegetazione e per le
numerose tracce di antiche concerie medievali.
Proprio a causa della presenza
del corso d'acqua in epoca araba nacquero lungo la Cava Carosello numerose
concerie scavate nella roccia, il processo della concia infatti necessitava di
grandi quantità di acqua per la lavorazione delle pelli e di altre sostanze per
la preparazione.
La canalizzazione delle acqua
tramite chiuse e lo sfruttamento tramite i mulini crearono un'economia assai
florida.
Dopo esservi rinfrescati nelle
fresche acque dell'Asinaro e aver visitato le antiche concerie, risalite il
sentiero per ritornare alla piazza maggiore da dove deciderete se ritornare
alla macchina o proseguire in direzione di un altro eremo quello di Santa Maria
della Provvidenza raggiungibile in poco meno di mezz'ora di cammino.
Costruito nel 1723 in stile barocco, sulle rovine di un precedente eremo
distrutto dal terremoto, l'edificio venne retto dalle Suore Carmelitane che lo
gestirono sino alla seconda metà dell' 800, quando la struttura venne
definitivamente abbandonata.Oggi il complesso è chiaramente in stato di
degrado, nella chiesa, danneggiata dal tempo e da atti di vandalismo, sono
tuttavia visibili degli eleganti stucchi e dipinti sulle volte.
Fonti testo e foto:
(https://it.wikipedia.org/wiki/Noto_Antica)
(http://www.hermes-sicily.com/itinerari/notoantica.htm)
(http://www.santiebeati.it/dettaglio/94472)
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