lunedì 14 marzo 2016

Una passeggiata a ... Noto antica

Uno dei diversi itinerari per raggiungere Noto antica da Siracusa è attraverso la statale Maremonti. Giunti al bivio Palazzolo-Noto proseguite per Noto sulla SS 287, raggiunto il piccolo abitato di Villa Vela dopo circa 700 mt svoltate a destra, sulla SP 64. La strada è facilmente individuabile sia dalla segnaletica, (Noto antica) sia da due edicole votive poste al suo ingresso.














Dopo  aver percorso circa 1 km giungerete al Santuario di Santa Maria Scala del Paradiso edificato dal venerabile Girolamo Terzo, agli albori del '700. Nel 1710 fra' Girolamo, che viveva presso il vicino eremo di San Corrado fuori le mura, fu chiamato alla responsabilità dell'eremo di S. Maria della Scala, posto in località Passo del Bove. Qui vi era un’antica e prodigiosa immagine della Madonna esposta alle intemperie, scoperta nel 1498 e dipinta su un roccia. Nel 1718 riuscì a portarla all’interno della chiesa dell’eremo, da lui riedificata ed ampliata dopo essere stata danneggiata da un terremoto. Durante il trasporto Frate Girolamo cadde in estasi e vide che in futuro il santuario sarebbe stato dei Carmelitani. Instancabile, raccogliendo offerte, vi costruì un convento che divenne un importante centro mariano.

Nel 1741 ottenne, da Papa Benedetto XIV, di cui condivise appieno l'azione riformatrice, l’aggregazione dell’eremo della Scala alla chiesa e al convento e il suo affidamento all'ordine Carmelitano. La concessione pontificia concludeva, ma non del tutto, una lunga serie di vicende che il Venerabile aveva umilmente e coraggiosamente sopportato, perché l’antico romitorio passasse al Carmelo.






















Dopo aver visitato il Santuario proseguite lungo la strada provinciale per altri 2,5 km fino ad arrivare all'ingresso di Noto antica, lasciate qui la vostra auto ed incamminatevi a piedi attraversando l'arco monumentale d'accesso, la cosiddetta "Porta della Montagna". 




Lungo il sentiero, già appena entrati, alla vostra destra, incontrerete i ruderi dell'antico castello reale. Annesse alle mura si trovano le tracce di un ampia Sala d'Armi e le scuderie, i resti di torri di cui quella principale è del 1431 e della antica prigione dove sono visibili moltissimi graffiti e bassorilievi lavorati dai galeotti. Molti dei graffiti oltre a riportare il nome della persona rappresentano le imbarcazioni dell'epoca e più volte riproducono un gioco con le pedine.



La struttura venne edificata nel 1091 dal Duca Giordano d'Altavilla su un precedente forte di epoca araba. Nel 1430 il duca Pietro d'Aragona fece eseguire lavori di ampliamento che nel 1600 circa vennero eseguiti nuovamente onde ospitare le bocche da fuoco. Nei pressi dell'ingresso della porta della montagna sono ancora visibili le aperture per i cannoni.












Dopo una breve passeggiata, di poco meno di 1 chilometro, arriverete alla piazza maggiore dove vi è una edicola votiva ottocentesca che ricorda il terremoto del 1693. Nei pressi della piazza potrete osservare le rovine del Palazzo Landolina di Belludia che nonostante i resti assai scarsi era una delle dimore nobiliari più sontuose della città.








Durante gli scavi che hanno solo parzialmente interessato il palazzo, sono stati trovati abbondanti ed interessanti resti architettonici. I ruderi delle scalinate, degli archi e dei corridoi, in relazione alle altre rovine della città, ci fanno intuire quanto dovesse essere sontuoso l'edificio. Quasi di fronte a Palazzo Belludia si trovano invece i ruderi della chiesa e del collegio dei gesuiti. La posizione di questi due edifici era molto centrale. Nel XVII secolo lo spiazzale costituiva la piazza principale della città. Il complesso dei Gesuiti venne realizzato a partire dal 1606 in stile barocco su progetto dell'architetto gesuita Natale Masuccio da Malta.

Se visitate Noto antica d'estate è d'obbligo un bel bagno nel torrente Asinaro che nasce proprio lungo la vicina Cava Carosello. Poco prima dell'edicola votiva si innesta una stradina che vi condurrà in un luogo incantevole per la sua rigogliosa vegetazione e per le numerose tracce di antiche concerie medievali.


Proprio a causa della presenza del corso d'acqua in epoca araba nacquero lungo la Cava Carosello numerose concerie scavate nella roccia, il processo della concia infatti necessitava di grandi quantità di acqua per la lavorazione delle pelli e di altre sostanze per la preparazione.
La canalizzazione delle acqua tramite chiuse e lo sfruttamento tramite i mulini crearono un'economia assai florida.

  
Dopo esservi rinfrescati nelle fresche acque dell'Asinaro e aver visitato le antiche concerie, risalite il sentiero per ritornare alla piazza maggiore da dove deciderete se ritornare alla macchina o proseguire in direzione di un altro eremo quello di Santa Maria della Provvidenza raggiungibile in poco meno di mezz'ora di cammino.


Costruito nel 1723 in stile barocco, sulle rovine di un precedente eremo distrutto dal terremoto, l'edificio venne retto dalle Suore Carmelitane che lo gestirono sino alla seconda metà dell' 800, quando la struttura venne definitivamente abbandonata.Oggi il complesso è chiaramente in stato di degrado, nella chiesa, danneggiata dal tempo e da atti di vandalismo, sono tuttavia visibili degli eleganti stucchi e dipinti sulle volte.




Fonti testo e foto: 
(https://it.wikipedia.org/wiki/Noto_Antica)
(http://www.hermes-sicily.com/itinerari/notoantica.htm) 
(http://www.santiebeati.it/dettaglio/94472)

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